Cristo non è virale!

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La necessità di dover mettere Cristo al centro di “ogni” nostro pensiero è urgente più di quanto pensiamo. Il rischio di essere trascinati giù dalla deriva “spettacolarizzante” dell’evangelizzazione e del messaggio di Cristo è reale.

Cristo non è virale!

Gesù ha chiarito quale fosse la sua missione:

“…sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera”
(Matteo 10:35).

Purtroppo una sempre più semplice e mondana concezione dell’evangelizzazione, che procura facile soddisfazione, si insinua tra i credenti e prende il posto del messaggio evangelico puro: annunciare la salvezza e il perdono dei peccati in  Gesù Cristo.
Una radice velenosa e silenziosa che, con il buon proposito di annunciare al mondo il Suo messaggio, ci trae in inganno con la soddisfazione effimera del numero, con il piacere prodotto dalla folla o con la sconfitta di quel senso di frustrazione del “piccolo gruppo”.

L’esempio che ci viene dalla scrittura è infallibile.

Nell’annunciare Cristo cerchiamo like o condivisioni? Mettiamo il messaggio della salvezza su un secondo piano perché, dopo un po’, preferiamo non sentirci dire troppe volte “no”? Si! Quando crediamo che il messaggio della Parola di Dio debba diventare virale perdiamo di vista l’esempio del Maestro.

Ci sentiamo a nostro agio in una facile condivisione di argomenti e momenti  – non solo prettamente social 😉 – perché perdiamo di vista il “buon proposito di Cristo”. Quella “cause” che canta Kari Jobe. Un buon proposito per cui vale la pena morire. Per cui vale “lasciarci alle spalle tutte le cose buone del passato”.

Questo “buon proposito” è duro. Crea imbarazzo perché demolisce le nostre difese. Scava nel profondo e ci disarma. Non possiamo mentire. E come in un episodio di “Lie to Me” veniamo smascherati da Colui che ci conosce.

La conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppo alta perché io possa arrivarci.
(Salmo 139:6)

La causa di Cristo non è essere virale, bensì raggiungere anime che hanno bisogno di perdono, cuori che hanno bisogno di essere salvati e vite che possono essere rinnovate e possono ottenere la vita eterna credendo nel nome di Gesù: è questa la “causa” di Cristo per la nostra vita. Una “causa” che sarà osteggiata. Che non troverà le porte aperte.

Siamo tutti pronti a schierarci dalla parte di quelli che puntano il dito contro frasi come “Questo parlare è duro”, ma poi, siamo pronti a condividere “Gesù ti ama” a manetta o vedere le aquile che volano e riempiamo i nostri discorsi con Isaia 40:31. Perché? Perché è più facile e nessuno ci obietta che “Questo parlare è duro”.

For this cause I live
For this cause I’d die
I surrender all